Storia

Il fagiolo è una pianta erbacea con origini antichissime. Infatti, da alcuni reperti archeologici ritrovati in Messico sono state evidenziate tracce di legumi associate a rovine di città risalenti ad oltre 5000 anni.
Attualmente la tesi più accreditata di provenienza della specie vedrebbe come area di origine l’America Latina, in corrispondenza degli attuali stati del Perù e della Colombia, e come zona di diversificazione genetica l’area messicano-guatemalteca.
In queste regioni sono diffuse numerose forme selvatiche della leguminose, caratterizzate dalla produzione di un elevato numero di semi colorati. Queste piante, caratterizzate dall’habitus rampicante, venivano coltivate dalle popolazioni indigene insieme a piante di mais che fungevano da tutore.
I frutti di queste piante, baccelli contenenti semi commestibili, furono importati in Europa dagli spagnoli nel XIV. La coltivazione del fagiolo si diffuse rapidamente: dapprima in Francia, poi nelle isole britanniche in seguito nei paesi del centro Europa.
Il fagiolo venne introdotto nell’areale cuneese già agli inizi del 1800. Non vi sono, infatti, testimonianze di coltivazione in epoca anteriore nella zona di Cuneo: dalla lettura di alcuni mercuriali ritrovati nel comune di Centallo si evince che già nel 1823 e nel 1852 furono commercializzate buone quantità di fagioli . Risalgono invece al 3 gennaio 1849 i prezzi e le quantità di fagioli secchi rilevati dai mercuriali del Comune di Caraglio. Da questi ultimi documenti si evidenzia che l’unità di misura riportata nei documenti stessi è l’emina, una antico sistema di misura dei cereali e legumi (corrispondente a 20 Kg). Anche il bollettino n° 18 del 1 dicembre 1887 della Prefettura di Cuneo riporta alcune tabelle indicanti la produzione media di fagioli nel quinquennio 1879-83 in tutti i comuni della provincia .

Significative sono anche le notizie statistiche circa le risorse agricole relative al 1877: nel comune di Centallo furono prodotti 15 quintali di fagioli e l’intera quantità servì a soddisfare le esigenze dei centallesi .
Dal foglio di minuta per le notizie sui raccolti agrari di fagioli e piselli del Comune di Centallo si desume ancora che nel 1890 la superficie investita a legumi era di 90 ha . Risale al 6 agosto 1894 il regolamento  circa l’occupazione del suolo pubblico deliberato dal Consiglio comunale di Cuneo nel quale risultano essere indicate le ubicazioni delle aree destinate ai mercati. Il mercato del fagiolo fu collocato nella parte di levante di Piazza Vittorio Emanuele.  Dal bollettino dei mercati del 15 gennaio 1901 si possono rilevare i prezzi delle derrate sul mercato di Cuneo; i fagioli bianchi ebbero una quotazione al ql da 22,80 £ a 23,50 £, mentre i fagioli comuni da 15 a 16 £/ql.

Dai documenti dell’epoca risulta che, oltre ai comuni interessati alle operazioni di gestione dei mercati e rilevamento prezzi, un ruolo importante di coordinamento lo svolgeva anche la Camera di Commercio. Dal registro mercuriali camerale dell’anno 1923-1924 si evidenziano, per ogni piazza, il peso e la media ottenuta per ogni tipologia di fagioli secchi. Pure la Provincia di Cuneo già allora faceva i propri rilevamenti. Infatti dallo studio del prodotto netto dell’agricoltura (1938-1949-1950) si ha una panoramica dettagliata sulle produzioni e prezzi dei fagioli nelle tre annate agrarie.
E’ estremamente significativo poi un fatto risalente all’autunno del 1916: accertato che il fagiolo di Cuneo veniva spesso immesso nei mercati di altre province quali per esempio Genova e Venezia, il capo ufficio di Polizia del Municipio di Cuneo segnalò al Sindaco e alla Giunta Municipale la necessità di prendere urgenti provvedimenti per limitare l’esportazione del fagiolo al di fuori della Provincia Granda per non far lievitare i prezzi dovuti peraltro alla scarsità di prodotto ed anche ad oggettive preoccupazioni belliche .

“Se si avesse a continuare così per alcuni mercati – concluse l’Ispettore di Polizia – non resteranno più fagioli per la nostra Regione”. A seguito di tale comunicazione l’anno successivo il Prefetto di Cuneo prescrisse che nessuna esportazione di fagioli poteva essere effettuata senza autorizzazione della Prefettura, salvo spedizioni disposte dal Commissario militare oppure dalla Commissione requisizione cereali.
Inoltre negli archivi del comune di Caraglio sono state rinvenute, a testimonianza della presenza della coltura del fagiolo nell’areale cuneese, le schede relative a molte aziende   che per il censimento agricolo del 1918 avevano dichiarato una superficie a fagioli.
Tutti questi dati evidenziano a pieno titolo che la coltura del fagiolo era pratica non solo nelle campagne intorno alla città di Cuneo, ma anche nelle zone limitrofi alla città stessa già nel secondo decennio del 1800.

Raccontano le cronache che, già dalla metà del 1900, a farsi promotori di una più intensa coltivazione del fagiolo furono oltre a Cuneo rispettivamente i comuni di Caraglio, Boves, Centallo, Roccavione, Valgrana e Castelletto Stura. Gli assessori, i tecnici e i produttori di quell’epoca, convinti della straordinaria vocazione orticola della fascia alluvionale compresa tra la sponda destra del torrente Gesso e la sponda sinistra del fiume Stura, nonché la pianura compresa tra i due corsi d’acqua, ritennero fosse opportuno realizzare dei mercati in questi comuni ubicati nell’areale cuneese, un ambiente pedoclimatico ideale per ottenere una produzione di elevata qualità.
A testimonianza di questo rifiorente commercio ci sono le delibere del comune di Valgrana, Roccavione, Boves, Caraglio, Centallo, Castelletto Stura risalenti rispettivamente al 1961, 1962, 1964, 1965, 1966, 1971 con le quali si evince l’apertura dei mercati dei fagioli. Sono estremamente significative anche le locandine-manifesti relativi all’ apertura dei mercati di Boves, Roccavione, Valgrana e Cuneo firmate dai rispettivi sindaci  e compreso in un arco temporale molto lungo (1918-2000). Singolare poi è la richiesta di alcuni paesani di poter svolgere il lavoro di pesatore dei fagioli. E’ il caso del Sig. Giraudo Tiziano che il 25 maggio 1982 chiede di poter svolgere tale compito durante il mercato dell’anno in corso, facendo presente di aver già svolto questo incarico l’anno precedente.
È doveroso notare che in questo modo si stanno realizzando le prime forme di commercializzazione organizzata.
Nella documentazione allegata per ogni mercato ci sono molti mercuriali e bilanci mercatali riferiti esclusivamente al fagiolo. Sono un esempio quelli risalenti al 1967 relativi al mercato di Roccavione. Il 3/8/1967 il fagiolo a Torino fu quotato 179 £/kg, mentre a Roccavione furono commercializzati 12 ql di fagioli con una quotazione media di 150 £/kg.
Importante è anche il comunicato stampa fatto dal comune di Roccavione nel 1966 sul mercato del fagiolo. In cui viene fatto un breve rendiconto del mercato stesso con queste parole “ Il mercato, dopo un avvio lento, causato sia da manovre ostruzionistiche che da poca fiducia da parte dei produttori, dopo tre anni di vita si può dire abbia raggiunto il suo scopo, apportando un utile notevole all’ economia agricola locale. Constatato l’ottimo esito del mercato, che richiama da tutti i centri del Piemonte, Liguria e Lombardia un notevole numero di commercianti interessati ad accaparrarsi questo prodotto di qualità tutto particolare, gli agricoltori roccavionesi hanno deciso di promuovere la costituzione di un Consorzio di produttori agricoli con lo scopo di tutelare e potenziare maggiormente i prodotti del luogo”.
Negli anni ’60 -’70 si delinea il concetto di assistenza tecnica atta ad avere un ruolo fondamentale, direi strategico, nelle coltivazioni agrarie.
Nel ’62, infatti, con la costituzione della cooperativa ortofrutticola cuneese, la cosiddetta cooperativa dei Ronchi si cominciò, attraverso l’ufficio fitoiatrico del Consorzio Agrario, ad offrire consulenza alle aziende agricole. I tecnici del territorio si rapportavano quotidianamente con i capozona cioè dei produttori che erano il riferimento per quell’areale e rappresentavano tutti gli altri soci. L’organizzazione tecnica inviava bollettini fitopatologici ai 120 soci. Si provvedeva anche ad acquisti collettivi di sementi e alla programmazione delle produzioni per l’anno successivo.
Agli anni ’70 risalgono le prime raccomandazioni agronomiche ed alcuni pionieristici tentativi di miglioramento genetico, volti a fissare le caratteristiche del prodotto. E’ una testimonianza la pubblicazione “ La coltura del fagiolo rampicante in provincia di Cuneo” a cura dell’agronomo R. Bassi (1970) in cui non solo viene fatta una panoramica generale sulla coltura del fagiolo rampicante in provincia, ma vengono dettate anche le principali regole per una buona coltivazione dell’ortaggio. Successivamente dal 1985 la Facoltà di Agraria di Torino, dotata di sofisticati strumenti e mezzi diagnostici, sperimentò varie procedure per ottenere un miglioramento genetico e una maggior stabilità dei caratteri genici della qualità  come si evince da un vero e proprio contratto stipulato con il Comune di Boves.
Risale anche al 1985 la premiazione del Sig. Chiappello Mario da parte del Sig. Bergese Lorenzo in occasione della Sagra di S. Sereno del 1985 per avere costituito la varietà di fagiolo rampicante 3P.
Inoltre come attestato dagli archivi comunali e dalle delibere già allegate tra il 1960-’70 gli orticoltori cuneese iniziarono, grazie alla facilità di irrigazione e alla redditività della coltura,  le prime coltivazioni “intensive”. Di conseguenza aumentando le rese e le produzioni gli orticoltori ritennero sempre più opportuno recarsi a commercializzare i propri fagioli sulle aree   mercatali appena costituite.

Grande importanza ha acquisito la coltura del fagiolo rampicante quando fu utilizzata l’agevolatrice trainata dalla trattrice per la semina e l’inserimento delle canne nel terreno costruita dagli stessi produttori di fagioli .
Tutto ciò determinò un incremento notevole delle rese e delle superfici investite e quindi la necessità di commercializzare il fagiolo anche verso mercati fuori Regione.
Negli ultimi 30 anni il fagiolo rampicante ha assunto sempre più un ruolo di primaria importanza nel contesto dell’agricoltura cuneese: dai 3200 ha con una produzione di 117.000 ql del 1971 si è passati a 4900 ha con una produzione di 288.000 ql del 2002 (tabelle 4 e 5 della relazione economica).
Numerose quantità di fagioli furono indirizzate, fin dagli anni ‘30, verso i mercati generali di Torino (Piemonte) e Fondi (Lazio) determinando dei riferimenti di prezzo estremamente importanti per i mercati locali (Boves, Castelletto Stura, Centallo e Caraglio) dove ancora oggi confluisce il prodotto, contrattato con commercianti che provvedono alle spedizioni in altre regioni.
All’uopo si allega un elenco di commercianti del fagiolo datato 27 marzo 1935 ritrovato nell’archivio comunale di Caraglio.
Un grande ruolo nella commercializzazione del fagiolo ebbe anche la cooperazione. Nel 1963 fu costituta con sede a Cuneo –Via Monte Zovetto n° 18 “ la Cooperativa ortofrutticola cuneese nella quale i conferimenti principali erano rappresentati da fagioli rossi da sgranare e peperoni. Successivamente nel 1965 venne costituita un’altra cooperativa denominata “Agricola Bernezzese” che ritirava prodotti ortofrutticoli come si evince dalle numerose fatture di un socio tra cui anche discrete quantità di fagioli.
Nel 1969 si costituì la “Stalla sociale Bernezzese”  che funzionava sia come allevamento sia come centro di raccolta e di concentrazione della frutta e degli ortaggi prodotti in loco  (insalata, castagne, fragole, more, fagioli, mele e pere ) che poi venivano conferiti alla Cooperativa F.A.C. di Fossano che ne eseguiva la frigoconservazione e la commercializzazione .

Nel 1984 la Stalla Sociale Bernezzese assorbì anche la Cooperativa Agricola Bernezzese precedentemente menzionata la quale si sciolse in data 14/11/84.
La base sociale della suddetta Società cooperativa subì quindi un notevole incremento numerico da n° 10 a n° 25 soci essendo i soci dell’Agricola Bernezzese confluiti nella compagine sociale della Stalla.
Poco sopra si era già accennato alla cooperativa FAC. Questa è stata sicuramente un’importante realtà del territorio e soprattutto un grosso punto di riferimento per la commercializzazione dei fagioli rossi da sgranare. Costituita nel 1974 ha avuto una vita di 26 anni. Molte energie sono state dedicate per il buon funzionamento della struttura stessa rispondente alle esigenze dell’epoca.
La fase cooperativistica sul fagiolo di Cuneo perdura ancora oggi. Nel 1975, infatti, venne costituita la società cooperativa Agrifrut con sede a Peveragno, una struttura che tutt’ora  commercializza ortaggi (tra cui anche fagioli rossi e secchi) e piccoli frutti.
Parallelamente, a metà anni ’80, è aumentata l’attenzione dei consumatori alla qualità degli alimenti in seguito anche alle continue emergenze alimentari e la nuova consapevolezza dei produttori di dover fornire al mercato le garanzie di qualità, genuinità ed origine delle loro produzioni. Tali concetti hanno trovato attenti interlocutori la Camera di Commercio di Cuneo, i comuni sede di Mercato e le organizzazioni professionali di settore. Il progetto di tali enti di valorizzazione delle produzioni tipiche locali ha posto al centro dell’attenzione il fagiolo di Cuneo. Il primo passo fu compiuto nel 1984 quando l’assessore all’agricoltura del Comune di Boves Giuseppe Peano nella lettera prot. n° 4921 del 6/09/84 enunciò:” si porta a conoscenza degli enti in indirizzo che è allo studio da parte dell’assessorato all’agricoltura di questo Comune la costituzione di un consorzio per la valorizzazione, il miglioramento e la commercializzazione del fagiolo di Cuneo, coltura che attualmente riveste sul nostro territorio ed in provincia una delle maggiori fonti di reddito per l’agricoltura”. Successivamente nel 1989 fu costituito il Consorzio di Tutela del Fagiolo Cuneo a livello provinciale con il preciso intento di tutelare, valorizzare e incrementare la produzione e il commercio del fagiolo tipico della zona cuneese. L’attività del consorzio, che attualmente annovera 150 soci tra produttori e commercianti, si esplica attraverso diverse forme di promozione commerciale che comportano la realizzazione di depliants, inserzioni pubblicitarie su riviste di settore e soprattutto la partecipazione a fiere e rassegne.

Un momento importante per la commercializzazione del fagiolo si è verificato nel ’96. Infatti fino ad allora il tallone d’Achille del settore era la scarsa attenzione riservata al confezionamento del legume. Fino ad allora il prodotto era raccolto e pigiato in sacchi di iuta che non valorizzavano la qualità del fagiolo stesso. Già nell’ 84 si propose la cassetta come imballaggio per quelli da consumo fresco e i sacchi di carta per i secchi con l’apposizione del marchio. Il cambiamento effettivo avvenne solo nel’96. Non tutti i mercati alla produzione, però, si adeguarono a questo tipo di confezionamento creando ancora oggi dei problemi di non uniformità delle partite.
Attraverso il Consorzio si è così voluto creare uno strumento operativo per promuovere , tutelare e valorizzare il fagiolo Cuneo, anche attraverso l’ottenimento dell’Indicazione Geografica Protetta. I consorziati hanno adottato un preciso disciplinare di produzione, ad ulteriore garanzia di tipicità, in cui vengono definite le caratteristiche dei baccelli delle varie tipologie di fagiolo secco e fresco e le modalità che i produttori devono osservare per le tecniche di semina e le pratiche di coltivazione e trasformazione.
I fagioli delle oltre 150 aziende aderenti sono contraddistinte da cassette e fascette recanti il logo del Consorzio e la ragione sociale del produttore. Molto positivi sono stati i riscontri presso gli operatori commerciali e i consumatori che immediatamente hanno manifestato la loro preferenza per il prodotto confezionato in cassette riportanti il logo del Consorzio. Consorzio che è diventato interlocutore privilegiato e ricercato per manifestazioni di interesse regionale. Si  partecipa alla Sagra annuale di San Sereno giunta ormai alla  76° edizione, Sagra biennale del Fagiolo e del Peperone di Centallo – 14° edizione, Fiera annuale del Marrone di Cuneo – 4° edizione, Fiera annuale del Tartufo – Albaqualità di Alba, giunta ormai alla 72° edizione) e non solo, Salone del Gusto di Torino e Forum Culinario di Basilea.
Particolarmente significativa è la Sagra di S. Sereno in cui il Consorzio del Fagiolo di Cuneo, sempre presente, ha più volte offerto ai consumatori-visitatori degli assaggi con specialità tipiche a base di fagiolo di Cuneo. Questa sagra si svolge nella Frazione di San Rocco Castagnaretta, a Sud della Città di Cuneo, in una zona che in passato (fin dalla fine del 1800) era considerato l’orto di Cuneo in quanto c’erano moltissimi giardinieri che rifornivano di ortaggi i cittadini. E’ una esposizione di prodotti ortofrutticoli: la migliore produzione presente in Provincia di Cuneo che viene accuratamente disposta all’interno di espositori. Importante, oltre alle sagre che sono sempre vive nei vari comuni sede di mercato, sta diventando anche la Fiera del Marrone in cui, attraverso la commercializzazione del prodotto, si sta realizzando una immagine e una diffusione de prodotto che mai si sarebbe pensato. All’interno della fiera è sicuramente protagonista il Marrone di Cuneo contornato e sostenuto da tutti i prodotti tipici locali della provincia Granda tra cui anche spicca il fagiolo. Un altro rapporto di fondamentale importanza che ha concorso al rilancio del fagiolo di Cuneo è risultato essere quello con l’associazione Slow Food, grazie all’opera della Camera di Commercio e dei comuni sede di mercato. Durante questa manifestazione biennale di richiamo internazionale organizzata da Sig. Carlo Petrini volta alla valorizzazione di prodotti tipici locali il Consorzio di Tutela del Fagiolo di Cuneo è riuscito a far conoscere il proprio prodotto oltre i confini provinciali. Significativa è stata la presenza di quattro ristoratori locali provenienti dalle diverse zone sede di mercato. Quest’ultimi hanno, attraverso le loro preparazioni gastronomiche a base di fagiolo di Cuneo, fatto apprezzare ai numerosi visitatori questo legume offrendo migliaia di piccoli assaggi. Inoltre il Fagiolo di Cuneo, con decreto del Ministero delle politiche Agricole e Forestali del 18 luglio 2000 e revisionato il 25 luglio 2003 è stato inserito nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali della regione Piemonte.
Nel 1999 il Comune di Centallo si è fatto promotore dell’iniziativa” Distretto del fagiolo” cioè la costituzione a fini promozionali di un comprensorio comprendente quattro comuni sede di mercato e nove comuni limitrofi.
Recentemente il 13 ottobre 2003 il Settore provinciale dell’agricoltura di Cuneo con prot. n° 12471 ha proposto un progetto pilota sulla rintracciabilità della filiera ortofrutticola che ha coinvolto la cooperativa Agrifrut di Peveragno e in particolare alcuni prodotti quali il mirtillo e il fagiolo. Si tratta solo di un primo passo; ma sarà sicuramente il prossimo futuro per il principale legume della Provincia. In ultima analisi preme sottolineare l’importanza del fagiolo in ambito socio-colturale. Sovente erano e sono ricorrenti sagre di paesi in cui il legume di Cuneo è protagonista e con lui i suoi produttori e tecnici. Significativa è la premiazione del Dott. Bassi Raffaele  in occasione della 1° sagra del Fagiolo di Castelletto Stura del 1971. Il rapporto della popolazione locale con il fagiolo di Cuneo continua anche negli anni successivi. Risale, infatti, al Carnevale di Cuneo del 1982 il carro allegorico di Castelletto Stura dedicato interamente al re degli ortaggi per la Provincia di Cuneo: il fagiolo. Le frasi riportate sugli striscioni del carro dimostrano come la popolazione locale sentisse l’esigenza di aver nel proprio comune un punto di riferimento per la commercializzazione del fagiolo quale il mercato alla produzione di Castelletto Stura (“Se la Regione ci toglierà il mercato lo faremo …in mezzo al prato!”). Attualmente il Consorzio di Tutela del Fagiolo si è reso promotore di una iniziativa sportiva sponsorizzando la Società Podistica di Roata Chiusani (Centallo) la quale ha adottato sulla divisa il logo “Fagiolo Cuneo”. La promozione di questo ortaggio è giunta anche a livello nazionale; infatti la Rai, il 15/10/2003, ha dedicato nella trasmissione “Occhio alla spesa”  inserita nel contesto di “Uno Mattina” un ampio spazio sulle qualità organolettiche e nutrizionali del Fagiolo di Cuneo.

Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per fini statistici, pubblicitari e operativi, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento, acconsenti all’ uso dei cookie e ai termini riportati alla pagina Privacy Policy. Per saperne di più e per impostare le tue preferenze vai alla sezione: Privacy Policy

×